Il primo comune che saluta chi entra nella Valle Fantastica è Ingria, uno dei Borghi più belli d’Italia. Il suo nome, come le sue storie e le sue leggende, ha origine incerta: potrebbe derivare dal longobardo Ingrich o dal latino ingredire (entrare): una suggestione evocativa che rimanda al ponte romanico dell’antica strada, la soglia d’accesso alla valle.
INGRIA
L’Éngri
Le frazioni: Albaretto, Albera, Arcavut, Bech, Beirasso, Belvedere, Bettassa, Borgognone, Camprovardo, Cavagnole, Ciuccia, Fenoglia, Ghiaire, Mombianco, Monteu, Querio, Reverso, Rivoira, Salsa, Villanuova, Viretto
Gli abitanti
42
L'altitudine
816
Siamo qui:
45°27′59.28″N 7°34′15.3″E
La storia e il nostro presente
Ingria compare nei documenti storici a partire dall’XI secolo: come il resto della Valle Soana, era un feudo dei conti di Valperga e prese parte alla rivolta dei tuchini alla fine del XIV secolo.
Oggi il primo borgo della Valle Soana accoglie i viaggiatori con i suoi caratteristici tetti in lòse, e con cascate di fiori dai balconi. Ingria fa infatti parte della rete UNCEM “Comuni fioriti” e ha partecipato a importanti iniziative internazionali come il concorso Communities in Bloom, che si concentra sulla responsabilità ambientale per la valorizzazione del turismo.
Un fiore all’occhiello, per la Valle Fantastica.
La bellezza
Perdendosi per le salite e le discese di Ingria, tra la pietra antica, il verde bosco e le macchie vivaci delle aiuole, sui muri si incontrano frammenti di storie: è la mostra permanente Le case raccontano – Le mazon i contiont, in francoprovenzale e italiano. I pannelli descrivono processioni religiose, episodi famigliari, personaggi, locande, con foto in bianco e nero che aprono finestre sul passato.
La torre campanaria, di fronte alla chiesa di San Giacomo, risale al 1719. Nella frazione di Mombianco c’è una chiesetta ancora più antica (1647) dedicata alla Sindone. Nella cappella, un quadro del XVII secolo raffigura la Madonna nera di Oropa e la Sacra Sindone mentre l’affresco sulla facciata è un’opera degli anni ’80, firmata dall’artista locale Jacques Peradotto.
Il movimento
Da qui partono diversi itinerari di trekking, come Punta Arbella, Monte Betassa e il giro delle borgate di Codebiollo. Al bivacco della borgata di Bech è possibile visitare l’Ecomuseo della Valverdassa.
Ci sono delle belle pareti di roccia per gli appassionati di arrampicata, mentre i ciclisti possono noleggiare mountain bike al bar ristorante Pont Viei.
Per strada e a tavola
Ogni 12 agosto le vie del borgo si animano con la festa francoprovenzale Cose d’altri tempi – Tchouse d’auti ten, tra musica, danza e tradizioni antiche. D’estate e d’autunno, le tante sagre dedicate ai piatti di montagna: polenta, castagna e patata.
Ingria è tra i comuni fondatori dell’associazione nazionale Città della Patata: nell’ettaro di superficie agricola destinato alla coltura delle patate da cinque piccole aziende a conduzione famigliare, oltre a Kennebec, Désirée e Agria trova spazio una varietà particolare del tubero, tipica del territorio.
Nel comune si produce anche un salume tradizionale: la Spalletta di Ingria, insaporita prima della stagionatura con sale, pepe e le bacche di montagna. L’ingrediente segreto che si trova solo nella Valle Fantastica.
Casa Fiorita
Situata nel cuore del pittoresco borgo di Ingria, la “Casa Fiorita” è una dimora privata che si distingue per le sue straordinarie decorazioni floreali. Nel 2019 ha ottenuto il Premio Speciale Casa Fiorita, conferito dall’associazione Comuni Fioriti, a riconoscimento dell’impegno e della cura con cui è stata abbellita. Questo premio è simbolo della passione degli abitanti per il decoro e la bellezza del paese, contribuendo a rendere Ingria una destinazione ideale per chi ama la natura, i piccoli borghi e il turismo slow.
Il Borgo
Ingria è un affascinante borgo alpino incastonato nella Valle Soana. Nel 2024 è stato ufficialmente riconosciuto tra I Borghi più Belli d’Italia, primo del Canavese a ricevere questo prestigioso titolo. A questo si aggiunge il riconoscimento come Comune Fiorito, grazie al Marchio di Qualità dell’Ambiente di Vita conferito da Asproflor.
Durante la bella stagione, il borgo si trasforma in un giardino a cielo aperto, con balconi e vie adornati da fioriture curate da residenti e villeggianti. Questa passione ha portato Ingria a rappresentare l’Italia nel concorso internazionale Communities in Bloom, a testimonianza del profondo legame tra bellezza, sostenibilità e accoglienza.
Tra i simboli del paese spicca la Torre Campanaria del 1719, decorata con due eleganti meridiane e affacciata sulla Parrocchia di San Giacomo.
Passeggiando per il borgo si possono scoprire installazioni che raccontano gli antichi mestieri della montagna, come lo stagnino — artigiano del rame — e la “Mazon dla Gra”, l’essiccatoio delle castagne, luogo centrale nella produzione della preziosa farina che un tempo costituiva la base dell’alimentazione contadina. A rendere ancora più suggestiva la visita, contribuisce una mostra permanente all’aperto: le facciate delle case ospitano fotografie d’epoca, ingrandite e accompagnate da didascalie in italiano e patois francoprovenzale.
Ingria è un luogo che unisce natura, tradizione e cura del dettaglio, rendendolo una meta imperdibile per chi cerca autenticità e bellezza.
Torre campanaria
La torre di Ingria è un’elegante struttura in pietra che domina il centro del borgo, riedificata in campanile nel 1700. Situata di fronte alla chiesa parrocchiale di San Giacomo, la torre campanaria si distingue per le due meridiane dipinte sulle sue facciate, le quali scandiscono il tempo con precisione secolare. La sua posizione leggermente distaccata dalla chiesa le conferisce un carattere autonomo, rendendola un punto di riferimento per gli abitanti e i visitatori. La torre custodisce due storiche campane che con il loro suono armonioso – tra il solenne Do acuto e il dolce Re bemolle acuto – continuano ancora oggi a scandire i momenti più importanti della vita del paese.